Il gambling non è propriamente collegato alla modernità. Anzi, possiamo considerarlo una vecchia conoscenza dell’umanità alla luce del fatto che secondo gli storici già 5mila anni fa gli uomini si dilettavano a puntare sui dadi, mentre in Cina è passato oltre un millennio dalla prima comparsa di lotterie e domino. Chi pensa che il gioco d’azzardo sia un prodotto recente, quindi, è assolutamente fuori strada.
Ad essere recente è invece il suo spostamento sul web, che è avvenuto a cavallo del nuovo millennio, quando la rivoluzione scatenata da Internet si è allargata alla parte maggioritaria della popolazione mondiale. Saldandosi con una mobilità sempre più pronunciata, tale da spingere i produttori di telefoni portatili ad immaginare di fare degli stessi una sorta di computer in movimento. Mediante il quale può essere soddisfatta anche la tendenza al gioco di cui abbiamo già parlato. L’unione di gioco d’azzardo e telefonia mobile si è quindi saldata al meglio, permettendo ai tanti cui piace scommettere e puntare di farlo anche stando fuori di casa o non a contatto con un personal computer. Con risultati sempre più notevoli, come testimonia il giro d’affari collezionato dalle piattaforme che propongono scommesse, giochi da casinò e poker sul web.
Un giro d’affari il quale, però, non è rimasto confinato alle piattaforme di gioco sul web. Anch’esse, infatti, alla pari di tutte le aziende commerciali, necessitano di pubblicità, ovvero di un richiamo in grado di invogliare nuovi utenti ad aprire un conto di gioco e depositare su di esso soldi da utilizzare per fare giri sulle slot machine, oppure misurarsi contro il banco nei giochi da tavolo o di carte.
Guadagnare con il gambling è possibile?
Guadagnare con il gambling, quindi, non è un’opportunità soltanto per le società che gestiscono le grandi piattaforme online. Intorno a questa esigenza, infatti, si è andato a formare un vero e proprio indotto nel corso degli anni. Fondato sull’esigenza delle stesse piattaforme di attirare clienti. Non solo con la pubblicità diretta, che però è stata colpita in Italia dal decreto che ad esempio proibisce le sponsorizzazioni da parte delle società calcistiche agli operatori del settore, e peraltro vista con sospetto dagli stessi internauti. Ma anche con quella indiretta, ovvero che cerca di chiarire alcuni equivoci destinati a pesare sulla reputazione di queste aziende. A partire dal legame tra gioco d’azzardo e ludopatia, ovvero quella tendenza al gioco compulsivo la quale rischia di rovinare i giocatori sia dal punto di vista finanziario, che sociale. Una tendenza che, peraltro, le stesse piattaforme cercano di combattere seguendo per filo e per segno le prescrizioni al riguardo delle autorità di controllo. Mettendo ad esempio a disposizione dei giocatori meccanismi di autoesclusione temporanea o definitiva e limiti di perdita oltre i quali non si può andare.
Queste necessità pubblicitarie, nel corso degli ultimi anni sono andate ad incidere in maniera sempre più forte su una situazione molto particolare, quella relativa alla scarsa soddisfazione dei cosiddetti publisher, ovvero coloro che gestiscono un sito online e propongono contenuti di qualità più o meno evidente. Una scarsa soddisfazione derivante dal fatto che gli sforzi per dare vita a siti di qualità troppo spesso non si traducono in un compenso finanziario adeguato rispetto allo sforzo profuso per vararli. Per molto tempo, infatti, le remunerazioni proposte dai programmi di advertising per il web si sono rivelati soddisfacenti soltanto per le grandi aziende che monopolizzano il settore, a partire da Google, con l’ormai famigerato Adsense.
Di fronte a questa situazione, molti hanno quindi deciso di guardarsi intorno per cercare di reperire valide alternative per provare a risalire la corrente. Alternative che in effetti esistono e sono in grado di rivelarsi soddisfacenti per gli editori. Tra le forme di pubblicità indiretta che si vanno affermando sempre di più, anche nel nostro Paese, una citazione d’onore spetta ad esempio all’affiliate marketing. Di cosa si tratta? E quali sono i motivi che ne stanno favorendo l’affermazione? Proviamo a vedere nel dettaglio la questione, anche per capirne le possibili implicazioni.
Affiliate marketing: una soluzione sempre più praticata
Pe affiliate marketing si intende quella strategia che prevede un contatto diretto tra una piattaforma di gambling e un soggetto che è in grado di portare molto traffico ad essa. In pratica, il secondo viene remunerato con una provvigione duratura (revenue share) o una tantum (cost per click) nel caso in cui un utente dopo aver fatto click su un link posto su una pagina transiti verso la piattaforma e si registri, versando il primo deposito.
Si tratta di una forma di marketing ormai in vigore da decenni e che, in pratica, è stata alla base dell’affermazione di un gigante come Amazon. Nel corso degli ultimi anni anche gli operatori del gambling hanno optato per la sua adozione, intuendo la frustrazione dei gestori di siti e blog di fronte agli irrisori compensi dei programmi di advertising online come Adsense. Anche chi non gestisce un sito o un blog, però, può approfittare di una formula di questo genere. Andiamo a vedere come.
Il social come strumento pubblicitario
Quello dei social è un mondo sempre più affollato. Piattaforme come Facebook o Instagram vantano un numero elevatissimo di iscritti che ogni giorno interagiscono tra di loro. Tanto da aver spinto le aziende ad entrare in un mercato pubblicitario di cui è impossibile fare a meno. E’ quindi del tutto logico che anche le piattaforme per il gambling abbiano posato gli occhi su questa realtà, puntando a sfruttarla per poter allargare il proprio seguito. Puntando naturalmente sui cosiddetti influencer, ovvero le persone o entità che possono vantare un gran numero di contatti e followers sulle proprie pagine.
L’obiettivo che ha ispirato questa strategia è quello di instaurare rapporti imperniati sull’affiliation marketing, ovvero la tecnica che prevede l’apposizione di links diretti ai siti di scommesse o gioco d’azzardo. Aderendo a questo modus operandi, l’affiliato si ricava la possibilità di ricevere una provvigione perpetua (revenue share) o una tantum (cost per click), a volte di notevole entità. In pratica, la piattaforma accorda una commissione per ogni utente reindirizzato al proprio sito il quale provveda non solo a registrarsi sullo stesso, ma anche a depositare una somma iniziale sul conto gioco. Si calcola che in cambio di questa possibilità gli affiliati possano arrivare a guadagnare svariate migliaia di euro al mese.
Anche in questo caso, però, occorre riuscire a individuare una piattaforma realmente in grado di riversare vantaggi sull’editore che decida di aderire alla sua proposta. Non tutte, infatti, all’atto pratico sembrano disposte a condividere gli introiti dell’attività pubblicitaria portata avanti. Tra quelle che sono riuscite a proporsi con un riscontro sempre più largo, spicca il nome di Imperial Deal.
Affiliate marketing: perché scegliere Imperial Deal?
Perché scegliere Imperial Deal? I motivi che ci hanno spinto a in tale direzione sono molti e, in particolare:
- la possibilità di partecipare a campagne pubblicitarie poco o nulla inflazionate. Occorre tenere conto del fatto che quello italiano è un mercato ormai saturo, in cui anche aziende scarsamente conosciute decidono da un giorno all’altro di provare ad allargare la propria notorietà. Alcuni programmi di affiliation marketing non si fanno eccessivi problemi a promuovere queste imprese, le quali sono però poco conosciute e attrattive nei confronti degli utenti. Con Imperial Deal questo rischio non sussiste, in quanto il programma punta alla valorizzazione di brand conosciuti, quelli di gioco, ma al contempo poco inflazionati;
- la possibilità di pagamenti puntuali. Imperial Deal paga quanto dovuto alle piattaforme e ai soggetti aderenti il 30 di ogni mese, ove sia stata conseguita la soglia necessaria, che è in effetti bassa, attestandosi a 50 euro. Se il sito o la pagina social si dimostra in grado di attirare molti clienti, peraltro, i pagamenti possono essere effettuati a livello settimanale, una caratteristica pressoché unica, in questo settore;
- la presenza di un servizio di assistenza di livello. Eventuali problemi o l’insorgere di particolari esigenze possono trovare una risposta rapida da parte di operatori specializzati, che utilizzano nel contatto con la clientela non solo canali ormai consueti, come il recapito telefonico o la posta elettronica, ma anche tramite Skype e Whatsapp;
- il dinamismo del servizio. In alcuni casi è possibile proporre l’accesso ad una campagna e vederla approvata nel giro di pochi minuti dopo o, nel peggiore dei casi, attendendo non più di 24 ore dalla richiesta. Considerata l’importanza del tema, si tratta di tempi di reazione estremamente apprezzabili e tali da far comprendere l’importanza che Imperial Deal affida al rapporto con le controparti commerciali;
- la possibilità di confrontarsi con un team italiano. Non solo fondatori di Imperial Deal, ma anche i principali affiliate manager sono di nazionalità italiana. Ne consegue un vantaggio di non poco conto, quello di potersi interfacciare con una controparte senza possibilità che possano sorgere pericolosi equivoci dovuti alla necessità di interloquire in un linguaggio straniero.
I vantaggi che abbiamo ricordato sono stati molto apprezzati dalle tante realtà che hanno deciso di rompere gli indugi e appoggiarsi a Imperial Deal per cercare di realizzare le giuste aspirazioni di veder finalmente remunerati gli sforzi tesi a varare una realtà editoriale digitale di buon livello. Sforzi che in troppi casi sono stati frustrati in passato da controparti tese con tutta evidenza a perseguire il proprio interesse, ignorando le esigenze altrui.
L’iscrizione è completamente gratuita e non è necessario alcun requisito.