Con l’addio di Francesco Totti al calcio giocato, che ha commosso l’intero panorama del calcio nazionale, è anche tramontato l’attacco più deciso mai portato al primatista di reti in Serie A, ovvero quel Silvio Piola che ha caratterizzato con la sua classe il periodo a cavallo del secondo conflitto mondiale. Un record che quindi sembra destinato a durare ancora a lungo, considerate le 274 reti segnate nel corso di una carriera lunghissima.
Gli inizi nella Pro Vercelli
Piola iniziò a giocare nella Pro Vercelli, nella stagione 1929-30, ovvero la prima in assoluto della rinnovata Serie A a girone unico, con la squadra che stava iniziando un declino che l’avrebbe presto portata fuori dal calcio che conta. Un percorso non condiviso da Piola che, dopo un esordio a suon di reti, attirò le attenzioni del Torino, che provvide subito a chiudere la trattativa che avrebbe dovuto portarlo sotto la Mole. Il passaggio ai granata non avvenne mai, però, in quanto fu la Lazio, approfittando delle sue entrature nelle alte sfere del regime, in particolare il tesoriere del PNF Marinelli, a portare Piola a Roma.
Un goleador implacabile
Sulla sponda biancoceleste del Tevere, Piola dette vita ad una vera e propria epopea, anche se la sua classe non fu sufficiente a sollevare la Lazio da una certa mediocrità. Attaccante completo, dotato di tecnica e grande fisico, il bomber lombardo dimostrò in particolare grandi doti in acrobazia, ingaggiando duelli epici con le già attrezzatissime retroguardie della Serie A. A suon di reti conquistò anche la maglia azzurra, vincendo i mondiali disputati in terra di Francia nel 1938. Poi, arrivò la guerra, e la sua avventura romana si concluse tra i rimpianti non solo dei tifosi, ma anche suoi, visto che ormai nella capitale era considerato alla stregua di un sovrano.
Gli ultimi sprazzi di una classe infinita
Quando il calcio riprese la sua normale attività, i tifosi biancocelesti dovettero infatti arrendersi alla triste notizia del passaggio del loro amato bomber alla Juventus. I dirigenti della Lazio, pensando ai 32 anni di Piola e ritenendo ormai prossimo il suo declino, decisero di aderire alle proposte dei bianconeri, dando vita ad un gravissimo errore. L’attaccante di Robbio Lomellina, infatti, non solo giocò due stagioni ad alto livello con la casacca della Juventus, ma proseguì l’attività sino a 40 anni, stavolta con la maglia del Novara, riuscendo addirittura a tornare in azzurro alla bella età di 35 anni. Una carriera quindi lunga e piena di gloria, nonostante la mancanza di trofei di rilievo nella sua bacheca.