Il sogno di tutti i ragazzi è quello di diventare calciatore, ma crescendo a molti sale anche la passione di passare dall’altra parte della sponda, diventando allenatore. Si tratta di una figura fondamentale per le sorti di una squadra, l’allenatore è il maestro d’orchestra, la guida, l’uomo chiave di ogni club. Nel corso degli anni è stato più facile vedere vincere squadre deboli ma con bravi allenatori, che squadre forti ma allenate da tecnici mediocri. Insomma sarà strano ma in tanti vorrebbero farlo e ci chiedono spesso come diventare allenatore di calcio?
L’allenatore di calcio nella storia
Nel corso degli anni è cambiata tantissimo la figura dell’allenatore di calcio: quando si iniziavano a vedere le prime partite ufficiali, si era stabilito che una persona dalla panchina si occupasse di mettere in campo gli undici calciatori più forti e definire le eventuali sostituzioni, nulla di più. Nel corso degli anni gli allenatori sviluppano competenze atletiche, diventano dei bravi preparatori fisici per i calciatori ma per cominciare a parlare di moduli si deve attendere gli anni ’30 quando Nereo Rocco creò il cosiddetto “catenaccio”, che prevedeva una difesa attenta e ripartenze veloci. Da li negli anni successivi si iniziarono a diffondere altri schemi e tattiche, tra tutti il “mago” Helenio Herrera negli anni ’60 inaugurò il gioco moderno fatto di pressing e passaggi rapidi. La svolta arriva poi a cavallo degli anni ’70 quando l’olandese Rinus Michels inventa il calcio totale portando l’Olanda e le squadre olandesi sul tetto del mondo. Per concludere e arrivando ai giorni nostri, Arrigo Sacchi sarà ricordato negli anni ’90 per aver portato un nuovo modo di interpretare il ruolo di allenatore e Pep Guardiola per il tiki taka del Barcellona, la squadra più vincente dell’ultimo decennio.
Cosa serve per diventare allenatore
Per diventare il tecnico di una squadra di calcio, non sono richiesti particolari capacità e/o titoli di studi (in tanti pensano che serva almeno la laurea in educazione fisica conseguita all’ISEF). Chi vuole cimentarsi in questo ambito, può tranquillamente farlo senza particolari problemi (ne autorizzazioni particolari) nei campionati di Terza categoria, Seconda categoria, Prima Categoria, Promozione e Eccellenza, oppure nei settori giovanili delle squadre di categoria superiore (ad esclusione delle Squadre Primavera dei club professionisti che sono paragonate a club di fascia alta). Per chi invece vuole crescere ancora di più e diventare un vero allenatore, magari sognando di diventare il nuovo Josè Mourinho, il cammino è più lungo e difficile.
Come diventare allenatore di un club di calcio professionistico
Per diventare Allenatore in maniera ufficiale, è necessario conseguire un patentino che necessità di corsi ed esami (quasi come una abilitazione). Sono attualmente tre gli step ed i patentini ottenibili. Si parte dal primo, quello di livello più basso che è il brevetto di allenatore base – Uefa B che permette di allenare in Lega Nazionale Dilettanti (la nostra serie D), e di fare anche l’allenatore in seconda in Lega Pro. Per poter ottenere questo primo step da allenatore si dovrà partecipare a corsi che vengono organizzati nelle sedi regionali della Lega Nazionale Dilettanti.
Il secondo step invece è quello di Allenatore Professionista di seconda categoria – Uefa A, un primo passo verso la consacrazione in quanto una volta ottenuto permette di allenare in Lega Pro e fare il secondo in Serie A o Serie B. Il corso si tiene a esclusivamente a Coverciano, presso la sede centrale della FIGC, ma in questo caso sono richiesti due requisiti fondamentali per potervi accedere: avere almeno 30 anni e avere conseguito il patentino di base, da almeno due anni.
L’ultimo passaggio infine per diventare allenatore di una squadra di calcio è il conseguimento del terzo brevetto, quello che permette di allenare qualunque tipo di club, a prescindere dalla categoria. Stiamo parlando del famoso patentino Uefa Pro – Allenatore professionista di prima categoria. Purtroppo non è per niente facile accedere a questo corso in quanto la FIGC li organizza con un numero di posti limitati e la richiesta è sempre di parecchio superiore rispetto alle disponibilità. Sulla carta per accedere a questo corso, (che dura almeno 16 settimane), è necessario aver conseguito il patentino Uefa A da almeno 2 anni ma per rientrare nello stretto cerchio dei partecipanti è obbligatorio rientrare in una speciale graduatoria nazionale i cui punteggi vengono assegnati in base all’esperienza da calciatore (per chi ha giocato) da allenatore e in ogni caso dai risultati sportivi conseguiti nella carriera.