‘Bitcoin vale zero’. È questa la presa di posizione della Morgan Stanley sulla criptovaluta che, pur tuttavia, ancora una volta ha ignorato quella che è stata l’ennesima invettiva da parte delle banche d’affari. In barba al report di Morgan Stanley, infatti, il Bitcoin sembra aver superato la fase di crisi natalizia, quando le quotazioni da quasi 20 mila contro il dollaro erano crollate sotto quota 11 mila. Attualmente la criptovaluta, sopra area 15 mila, ma con picchi anche a 16.500, ha recuperato oltre la metà delle perdite ragion per cui, in assenza di nuovi crolli, potrebbe presto tornare a flirtare con i massimi storici.
Ma perché, intanto, secondo Morgan Stanley il Bitcoin non ha alcun valore? Ebbene, secondo la banca d’affari il Bitcoin, detto anche oro digitale, non ha niente a che fare ed a che vedere con il metallo giallo visto che non ha alcun valore intrinseco. Inoltre, sempre secondo la Morgan Stanley il Bitcoin in realtà non è nemmeno una valuta in quanto ad essa non è associato e non è associabile alcun tasso di interesse.
In più, il Bitcoin è una moneta virtuale anonima in tutti i sensi a partire dal suo creatore che ancor oggi è sconosciuto, così come quasi nessun commerciante o rivenditore ad oggi accetta la criptovalute come mezzo di pagamento. In quest’ultimo caso, pur tuttavia, Morgan Stanley ha ragione ma solo in parte visto che, specie online, stanno crescendo in maniera sostenuta gli e-retailers che accettano in molti Paesi del mondo i pagamenti in Bitcoin.
Pure Warren Buffett recentemente ha preso posizione sul Bitcoin definendolo come un ‘miraggio’. A quanto pare l’oracolo di Omaha non ha mai investito un dollaro sui Bitcoin, ritenendo al riguardo come sia più sensato, invece, andare ad investire su strumenti finanziari indicizzati, per esempio su prodotti che replicano l’andamento dell’S&P 500, l’indice delle prime 500 società americane quotate ed a maggiore capitalizzazione sul mercato azionario a stelle e strisce.
Vedremo in futuro se la Morgan Stanley e Warren Buffett sul Bitcoin avranno avuto ragione. Per il momento quel che è certo ad oggi è che mai come nel 2017, dall’anno della sua creazione nel 2009, il Bitcoin è stato materia per migliaia di articoli, analisi ed approfondimenti sul web da parte di quotidiani online, siti specializzati e blog di settore. Così come il successo del Bitcoin ha dato una grossa spinta ai ricavi ed agli utili delle piattaforme di scambio e dei broker online visto che molti di questi hanno rafforzato l’offerta introducendo proprio il trading sulle monete virtuali.

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