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Tutti i pronostici del campionato di calcio spagnolo, noto anche come Primera División, La Liga o Liga Santander: analisi delle partite con precedenti, statistiche, quote, probabili formazioni e approfondimenti in vista di ogni giornata.
La Liga è la più importante competizione calcistica spagnola. La prima in assoluto si svolse nel 1929, nell’arco di cinque mesi e fu vinta dal Barcellona, che ebbe la meglio su altre nove partecipanti. Da quel momento la Liga ha mutato più volte la sua formula, diventando sempre più importante sotto l’egida della Liga de Fùtbol Profesional (LFP). Tanto da essere in questo momento il primo torneo continentale in base al ranking UEFA per competizioni di club.
Alcuni dei momenti più importanti che hanno segnato la storia del campionato spagnolo.
Quella del cannoniere è una immagine molto forte nell’ambito del calcio. Come tale si intende l’attaccante in grado di finalizzare il gioco della squadra, spedendo la sfera di cuoio all’interno della rete avversaria. Una capacità di concretizzare la quale può esplicarsi in vari modi, di potenza o facendo leva su tecnica e intelligenza.
Per identificare questa figura, il calcio spagnolo utilizza un termine ben preciso: Pichichi. Ovvero il soprannome di una leggenda del football iberico degli anni eroici. Con questo appellativo viene infatti indicato il giocatore che segna più reti in ognuna delle annate della Liga.
Rafael Moreno Aranzadi: questo è il vero nome del Pichichi. Nato nel Casco Viejo, ovvero nel barrio più antico di Bilbao, quello attorno al quale si è sviluppata la città più popolosa del Paese Basco (Euskadi). Figlio del sindaco, era anche il pronipote di Miguel de Unamuno, ovvero una delle più importanti figure culturali culturali del Paese.
La passione del piccolo Rafael, però, si indirizzò ben presto in altra direzione. Ovvero quella dello sport che proprio in quella prima parte del secolo si andava affermando in tutto il vecchio continente, su impulso dei marinai britannici che lo propagandavano tra un viaggio e l’altro, ovvero il calcio. Spinto a farlo dal fratello Raimundo, il quale aveva studiato ingegneria mineraria in Inghilterra, appassionandosi al gioco che in quel Paese iniziava a rivaleggiare con il rugby.
Nonostante un fisico esile, Rafael dimostrò immediatamente le sue grandi capacità. Alto poco più di un metro e mezzo, fece leva proprio sulla straordinaria agilità che ne conseguiva per diventare un attaccante imprendibile. Caratterizzato in particolare dal fiuto per il goal, come dimostrò sin dagli inizi.
Notato da un osservatore dell’Athletic Bilbao, fece il suo esordio in prima squadra nel corso della Coppa del Re del 1913. Ovvero nell’ambito di quella che era considerata la maggiore competizione iberica in quel lasso di tempo, superiore in termini di importanza anche al campionato nazionale. Segnando naturalmente una rete nel corso della partita inaugurale contro il Madrid F.C., vinta 3-0, tanto per far capire di quale pregiata stoffa fosse fatto.
Ancora più importante, però, fu la rete segnata il 21 agosto del 1913. Ovvero nel corso della partita inaugurale del campo San Mamés, quello che sarebbe poi stato indicato per decenni con l’appellativo di “Cattedrale”. Quel giorno la sua squadra pareggiò con l’Irun per 1-1 e proprio Aranzadi inaugurò le marcature, prima rete in assoluto in quella che sarebbe stata la casa del club per ben 99 anni.
I goal furono una costante nella carriera di Aranzadi. Il quale ne segnò non meno di 200, prima di ritirarsi a 29 anni, età che all’epoca era considerata ormai prossima al pensionamento. Tra i quali i tre messi a segno nella finale di Coppa del Re del 1915, contro l’Espanyol, che permisero al suo club di mettere in bacheca l’ennesimo trofeo di quel lasso di anni. Una tripletta che gli guadagnò l’elezione a “padrone del calcio” da parte della sua tifoseria.
La quale, del resto non fu l’unica ad accorgersi della sua forza. Aranzadi, infatti, ebbe modo di partecipare anche alle Olimpiadi di Anversa del 1920, in cui la Spagna vinse la medaglia d’argento. In quella occasione segnò solo una rete, risultando però decisivo nella costruzione del gioco a vantaggio dei compagni.
Perché Aranzadi fu soprannominato Pichichi? Secondo alcune fonti la causa sarebbe da ricercare proprio nella sua minuta corporatura, ovvero nella poca chica, poca carne, che la caratterizzava. Altri accreditano invece l’ipotesi che il soprannome derivi da pichin o pichinchu, nomignolo affettuoso affibbiato ai ragazzini. E, dopo il suo ritiro, al capocannoniere del massimo campionato iberico, ovvero dal 1929 la Liga.