La favola Leicester
La favola più recente del calcio mondiale è quella scritta dal Leicester di Claudio Ranieri, capace di conquistare il campionato inglese lasciandosi alle spalle club blasonati, finanziati da miliardari che spendono centinaia di milioni durante ogni sessione di mercato. E tutto questo, i Foxes lo hanno fatto da squadra neopromossa. Lo hanno fatto quando i giornalisti di tutto il mondo dicevano che una squadra del genere a breve avrebbe ceduto, quando le partite erano bloccate fino a pochi minuti dalla fine e i giocatori di Ranieri si sentivano il fiato degli avversari sul collo. Quando Jamie Vardy, partito dalle serie dilettantistiche segnava il gol vittoria all’ultimo respiro.“Italians do it better”
A questa magnifica favola abbiamo partecipato tutti, ognuno di noi si è fatto trasportare in questa splendida cavalcata e quando ormai i giochi erano fatti migliaia di italiani sono partiti alla volta di Leicester per partecipare a una delle pagine più clamorose della storia del calcio. Tra di loro c’erano quattro ragazzi italiani, tre che vivono a Canterbury e uno che vive a Roma, che hanno vissuto la giornata più eccitante e memorabile della loro vita. Noi di Bottadiculo.it abbiamo intercettato uno di loro, FMB, per farci raccontare quello che da lui stesso è stato definito un sogno. Questo il suo racconto.“L’impresa del Leicester e la sua cavalcata alla conquista d’Inghilterra rimarrà per sempre nella storia. Così noi, come tanti altri ragazzi italiani venuti per celebrare Ranieri, abbiamo deciso che non potevamo mancare all’ultima in casa del Leicester City. Ma nessuno di noi poteva immaginare che una semplice trasferta si sarebbe poi trasformata in una straordinaria giornata di gloria.
In fondo eravamo partiti per Leicester sperando solo di fare un po’ di casino, vedere la partita in un pub ignorante e magari riuscire ad incontrare qualche giocatore e farci una foto con il nostro idolo: Jamie Vardy.
Nessuno avrebbe neanche lontanamente sognato di fare ciò che ci è successo. Prima di arrivare allo stadio con due amici che ho conosciuto qui durante la mia permanenza a Canterbury, ho incontrato casualmente un mio vecchio amico di Roma. Con lui era già capitato di fare pazzie, era una garanzia, così ho cominciato a pensare che qualcosa sarebbe successo. Ma cosa?
Mentre giravamo intorno allo stadio abbiamo trovato un ingresso senza polizia, ma vigilato solamente da due ragazzi che perquisivano. Siamo arrivati lì di corsa, tutti trafelati, ci siamo fatti controllare e poi siamo andati al tornello, dove siamo riusciti ad entrare anche senza il biglietto elettronico.
L’emozione era alle stelle, non sapevamo che fare. Così abbiamo deciso di sederci sulle scale come se nulla fosse e goderci la partita che era già sull’1-0. Quando ci hanno visto sulle scale però ci hanno chiesto i biglietti che non avevamo. È iniziata una recita improvvisata in cui mi prendevo la colpa di aver smarrito i biglietti dopo l’ingresso. Nel frattempo vedevamo molte persone che venivano allontanate dallo stadio, ma non poteva davvero finire così. I miei tre amici inveivano contro di me ed io ero disperato, occhi lucidi e mani nei capelli sperando che potesse essere una storia abbastanza credibile da lasciarci continuare quel sogno. Poi gentilmente gli abbiamo chiesto se era possibile trovare una soluzione: ed ecco un altro pezzetto del miracolo sportivo di questo Leicester. Lo steward, che naturalmente non aveva creduto ad una sola parola, ci ha detto che se davvero ci fossero stati quattro posti liberi ci avrebbero permesso di restare. È stata quasi una scommessa. Lo stadio era pieno, stracolmo.
Era impossibile trovare anche solo un piccolo buco, come era impossibile che il Leicester vincesse lo scudetto, così dopo qualche istante ritornò lo steward urlando che aveva una buona notizia per noi: 4 posti, 4 posti liberi e vicini. Sembrava fatto appositamente. Sembrava felice anche lui di averci regalato questo sogno. Eravamo in estasi, foto e video della partita, cantavamo i cori a squarcia gola. Alla fine della partita, abbiamo deciso di provare a vedere se fosse davvero la nostra giornata fortunata. Siamo scesi al limite del campo e in qualche modo ci siamo ritrovati sull’erba.
Eravamo lì, sul terreno di gioco con i campioni d’Inghilterra! Foto con tutti, qualche battuta con capitan Morgan, poi la foto sul palco della premiazione e a scherzare con i giocatori come se fossimo stati parte del gruppo. È stato incredibile vedere come i giocatori erano vicini ai tifosi, il bello del calcio vero, reale, fatto non di star ma di sportivi. Vardy per scherzare ci ha chiesto anche qualche parolaccia in italiano da dire a Ranieri. Addirittura a Drinkwater ho detto che avrei rubato la coppa, lui ridendo mi ha risposto che era impossibile prenderla, pensate alla sua faccia quando qualche minuto dopo ha visto Schmeichel passarmi il trofeo!
Non siamo riusciti ad ottenere una maglia dei giocatori perché hanno pensato ad una bellissima iniziativa: venderanno all’asta tutte le maglie per beneficenza. Però diciamo che i nostri ricordi, anche senza maglie, li abbiamo!
Un’esperienza indimenticabile. Eh sì, nella gioia per questo miracolo sportivo delle Foxes sono contento di poter ricordare una così bella avventura e pensare che noi 4 amici, anche se solo per qualche decina di minuti, abbiamo preso parte a questa leggenda.“



