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La Serie B rappresenta il secondo torneo, in ordine di importanza, del calcio professionistico italiano. Nata nel 1929-30, a seguito della riorganizzazione dei campionati decisa dalla Federazione Italiana Gioco Calcio per meglio governare lo sviluppo di questo sport in Italia, ha da allora mantenuto questa denominazione, mutando invece più volte la sua formula.
Al momento attuale è gestito dalla Lega Nazionale Professionisti B e prevede tre promozioni e quattro retrocessioni. Due delle promozioni vengono assegnate alle squadre che si sono classificate al primo e secondo posto al termine della stagione regolare, mentre la terza viene assegnata a quella che si aggiudica i Play-Off, torneo ad eliminazione diretta che vede la partecipazione delle squadre che si classificano dal terzo all’ottavo posto. A meno che la terza classificata non stacchi di almeno 14 punti le inseguitrici, ottenendo direttamente l’ultimi posto disponibile. Mentre per quanto riguarda la retrocessione riguarda le ultime tre della graduatoria, con una quarta decisa tramite Play-Out, ovvero una sfida tra quartultima e quintultima, ove tra le due sussistano meno di 5 lunghezze.
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Alcuni dei momenti più importanti che hanno segnato la storia del campionato di Serie B.
Solitamente la Serie B viene considerata un campionato non molto importante. Un giudizio ingeneroso, ma fondato sulla importanza preponderante della massima serie, che si è affermata da un punto di vista economico soprattutto nel corso degli ultimi decenni.
In alcuni momenti, però, la serie cadetta ha assunto una rilevanza molto più forte del solito. In particolare negli anni in cui ha visto la presenza di alcune delle grandi storiche del nostro calcio. Andiamo a vedere quando.
La Roma è retrocessa soltanto una volta. Nel 1950-51, quando la società giallorossa vide arrivare a compimento la crisi iniziata nel dopoguerra, figlia di clamorosi errori, come quello che condusse alla cessione di Amadei, il Fornaretto che aveva guidato la Roma allo scudetto del 1941-42, prima società del Centro-Sud a riuscire nell’impresa.
La Serie B 1951-52 vide quindi i capitolini, tornati in mano a Renato Sacerdoti e affidati al grande Gipo Viani, pronti a scattare al via del torneo, facendo subito pesare i diritti del blasone, oltre che una rosa di grande livello, che avrebbe probabilmente potuto farsi valere anche nella massima serie. Nel corso dell’estate, infatti, erano stati acquistati tra gli altri Carletto Galli, celebre “Testina d’oro” dell’epoca, il centrocampista Raoul Bortoletto e l’altro attaccante Lorenzo Bettini. Una campagna acquisti sontuosa che aveva in pratica un solo scopo: l’immediato ritorno in Serie A.
Una missione che divenne subito evidente, tanto da spingere una famosa rivista dell’epoca, “Il calcio illustrato” a titolare: “Roma, sei grande, troppo grande per la Serie B!” Un titolo che del resto era esemplificato dal seguito di tifosi che la squadra poteva vantare. Alla fine della stagione, culminata con il ritorno nel calcio di alto bordo, la Roma fece segnare al botteghino un risultato inferiore soltanto a quello fatto registrare dall’Inter campione d’Italia nella massima serie.
Dieci anni più tardi, toccò invece all’altra squadra di Roma, la Lazio, esordire nella serie cadetta. Una presenza che diventerà abitudine nei due decenni successivi e che in questa prima esperienza fu contrassegnata da un fattaccio clamoroso. Quello accaduto nel corso della gara con il Napoli, altra nobile decaduta, giocata allo Stadio Flaminio il 4 marzo del 1962, sotto una pioggia incessante.
Le due squadre si erano presentate alla gara in una situazione abbastanza particolare. Entrambe attardate e consapevoli dell’importanza della contesa. La Lazio, in particolare, era alla ricerca di una posta piena che l’avrebbe rilanciata nella lotta per la Serie A, ristretta ormai a due soli posti, considerata l’andatura proibitiva imposta dal Genoa.
La partita andò avanti a lungo in perfetto equilibrio, favorito anche dalla pesantezza del campo. Quando mancava un quarto d’ora circa, l’arbitro Rigato di Mestre, uno dei migliori fischietti dell’epoca, assegnò una punizione a favore dei biancocelesti, al limite dell’area avversaria. Fu Seghedoni ad incaricarsi di batterla, con una traiettoria la quale terminò la sua corsa nella porta napoletana. O meglio, non la terminò nella rete, in quanto a raccogliere la sfera fu uno dei raccattapalle sistemati dietro di essa. Inducendo all’errore fatale Rigato, il quale indicò la rimessa dal fondo invece che il centro del campo. A nulla valsero le proteste dei giocatori laziali, i quali indicarono al direttore di gara un buco nella rete, dal quale era evidentemente passato il pallone.
Alla fine della stagione, fu del tutto evidente quanto quell’episodio avesse pesato sull’economia del torneo. Ad andare in Serie A fu infatti il Napoli, con un punto in più della Lazio. Proprio quello che aveva mutato direzione dopo la decisione di Rigato.
Il 2006-07 rappresenta un anno del tutto particolare per la Serie B. Proprio in quella stagione, infatti, la serie cadetta vide l’unica frequentazione della Juventus, campione d’Italia nella stagione precedente e retrocessa su sentenza della giustizia sportiva a causa dello scandalo Calciopoli. Un caso che andò a gravare anche su quella stagione, in quanto i bianconeri avrebbero dovuto affrontarla con un carico di ben 30 punti di penalizzazione, il quale avrebbe in pratica impedito loro di concorrere per la promozione. Per capire meglio l’assunto basterebbe ricordare che ai nastri di partenza della serie cadetta, si presentarono quell’anno anche altre nobili in difficoltà come Genoa, Napoli e Bologna. Tutte animate dall’intento di tornare in quella Serie A che ritenevano il loro habitat naturale.
Per fortuna della Juventus, la giustizia sportiva decise man mano che il torneo andava avanti di rendere meno pesante il fardello. I 30 punti iniziali furono infatti portati prima a 17 e poi a 9 dall’Arbitrato del CONI. Permettendo così ai bianconeri di ottenere la promozione finale, insieme a Napoli e Genoa. I 94 punti conquistati sul campo, ove fosse stata confermata la prima penalizzazione, non sarebbero bastati per tornare nella massima serie. A conferma della difficoltà storica della Serie B. Per tutti.